OSSI DURI - La storia di Alessandra

Mi chiamo Alessandra, abito a Comiso in Sicilia.

Sono nata nel 2009, quindi, ad oggi , ho 16 anni.

La mia storia vuole essere di supporto e d’incoraggiamento per tutti coloro che stanno affrontando questa brutta bestia chiamata cancro.

Tutto ebbe inizio nel marzo 2017, ero una bambina di soli 8 anni, quando iniziai ad accusare diversi dolori alla gamba sinistra.

Inizialmente non erano molto eccessivi, infatti non mi preoccupai moltissimo e neanche i miei genitori, poiche’ il pediatra ci disse che erano solamente dolori di crescita, che sono molto frequenti nei bambini.

Ma con il passare del tempo i dolori iniziarono ad acuirsi, fino a diventare talmente forti da farmi zoppicare. Ricordo bene una notte in particolare, quando mi svegliai nel cuore della notte accusando un fortissimo dolore alla coscia sinistra e un fortissimo calore, quasi come se fossi vicino ad un camino…..ma era inverno.

Questo mi spavento’ moltissimo…….giacche’ si prese la decisione di fare delle radiografie da lì a pochi giorni.

Il giorno delle radiografie fu tremendo , scoprimmo che c’era una piccola massa …ma che poteva trasformarsi in qualcosa di più grave se non fossimo intervenuti subito.

Dopo diversi accertamenti fatti al Policlinico di Catania, ricevetti la diagnosi di osteosarcoma di 4 grado di malignità, confermato da lì a pochi gironi dalla biopsia. Fortunatamente ci dissero che c’era un istituto a Bologna che si occupava di queste patologie , e questo era la IOR –Istituto ortopedico Rizzoli, non avevamo dubbi che fosse il posto giusto dove potermi curare.

Da lì è partita la mia avventura fatta di cure chemioterapiche intervallate da interventi chirurgici, ma soprattutto fatta da tantissimi viaggi della speranza per noi che facevamo solo 2000 km, ma non per divertimento, un vero incubo.

Ma nel percorso di malattia abbiamo anche trovato tante bellissime persone che ci hanno aiutato e supportato con tanto affetto, facendoci sentire come a casa nostra anche a tanti km di distanza.

Superati tutti questi traumi, con tantissimo sforzo per accettare quello che mi era successo, oggi mi ritrovo a 16 anni e soprattutto a 100 mesi da quella tremenda diagnosi, piu’ forte di prima, a combattere contro i pregiudizi di una societa’ cieca e sorda nei confronti di chi ha lottato per la vita, perche’ la malattia ti segna nel fisico ma soprattutto nell’anima.

Il messaggio che voglio mandare e’ quello di non sottovalutare nessun tipo di sintomo , perche’ anche il dolore più innocuo potrebbe indicare qualcosa di più grave.

Dedico questa mia testimonianza a tutti i miei compagni di avventura o meglio di “sventura”.

Che possa essere incoraggiamento e supporto a chi sta lottando per la vita.

Io sono l’esempio che da una terribile malattia si può guarire.

Sono ancora qui! Con la mia fragilità e l’ansia che un adolescente può avere, ma faccio tutto ciò che una persona normale può fare a 16 anni.